Lo scorso 24 gennaio 2024, la Corte d’appello d’Inghilterra e Galles ha emesso una sentenza nella causa Al Sadeq contro Dechert LLP [2024] EWCA Civ 28 che chiarisce alcuni importanti principi relativi alla portata del segreto professionale legale, in particolare nei casi in cui viene sollevata un’eccezione d’iniquità.  

Dal “Legal Professional Privilege” al “Secret professionnel”

Il “legal privilege”, nei Paesi di Common Law, e il “secret professionnel”, nella tradizione continentale, proteggono la confidenzialità delle comunicazioni tra il cliente e l’avvocato, al fine di consentire ai professionisti legali di fornire la propria consulenza nella maniera più efficace.

La confidenzialità riguarda sia la riservatezza delle comunicazioni tra cliente ed avvocato, che impedisce, ad esempio all’avvocato di diffondere informazioni riferite dal suo cliente, sia la protezione dell’avvocato che non può essere obbligato in giudizio a testimoniare contro il suo cliente.

Nel diritto inglese, il Legal Professional Privilege si articola in due grandi categorie: il legal advice privilege, che copre le comunicazioni tra avvocato e cliente effettuate allo scopo esclusivo o prevalente di dare o ricevere consulenza legale, e il litigation privilege, che riguarda le comunicazioni tra gli avvocati o i loro clienti e qualsiasi terza parte allo scopo di ottenere consulenza o informazioni in relazione a una controversia esistente o ragionevolmente prevista.

In Italia, il segreto professionale legale è riconosciuto agli avvocati iscritti all’albo, ma non ai giuristi in-house. Negli Stati Uniti, il legal privilege si applica sia ai legali interni sia a quelli esterni, mentre nel Regno Unito i giuristi d’impresa godono del “legal advice privilege”. In Francia è tuttora in corso un acceso dibattito per l’approvazione di una legge che consenta anche ai giuristi d’impresa di godere di questo privilegio. In Germania e in Spagna ci sono stati cambiamenti recenti per estendere il legal privilege anche ai giuristi in-house.

Decisione della Corte d’Appello

Nella sentenza del 24 gennaio 2024, la Corte d’appello d’Inghilterra e Galles ha espresso utili chiarimenti sulla portata del segreto professionale legale.

Innanzitutto, ha chiarito le circostanze in cui può essere sollevata un’eccezione di iniquità. Il legal professional privilege viene meno nei casi prima facie di iniquità – valutati sulla base di un’analisi delle probabilità. In queste circostanze, il segreto professionale viene meno per i documenti creati sia nell’ambito di un’attività considerata con probabilità iniqua, sia per favorirla o rivelarla.

In secondo luogo, la Corte d’Appello ha affermato che chi rivendica il segreto professionale nella controversia non deve necessariamente essere parte del procedimento. Una persona che non è parte di una controversia attuale o prevista può far valere il segreto professionale su un documento, a condizione che questo sia stato predisposto con lo scopo principale di chiedere una consulenza legale, prove o informazioni.

In terzo luogo, ha stabilito che il cosiddetto principio “Three Rivers”, che deriva dalla decisione della Corte d’Appello del 2003 nella causa Three Rivers District Council v. Governor and Company of the Bank of England (n. 5) -, in virtù del quale solo le comunicazioni tra un avvocato e i rappresentanti del cliente incaricati di ottenere consulenza legale sono soggette al privilegio sulla consulenza legale, non si applica al segreto professionale sulle controversie.

Infine, secondo la Corte, affinché il legal professional privilege sia riconosciuto, è necessario dimostrare che lo scopo principale della comunicazione sia la fornitura di consulenza legale da parte di un avvocato.

Per quanto riguarda, infine, gli avvocati impegnati in indagini, la Corte ha affermato che la consulenza legale non si limita solo al parere sulla normativa e sulla sua applicazione al caso di specie, ma si estende anche a tutte quelle comunicazioni che riguardano gli aspetti pratici dei procedimenti legali e la loro preparazione.